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"Un frutteto è per sempre"

Un ettaro di terreno in Mali dove verranno piantate 20 piante di mango, 130 aranci, realizzato un impianto di irrigazione con 192 metri di tubazioni e le vasche di raccolta, che permetterà la realizzazione di un orto comune condotto dalle donne del villaggio.

Questi sono i numeri del progetto che coinvolge la Fondazione Albero Gemello Onlus che è partito nel mese di aprile 2022.

Una sinergia nata dall'intersecarsi di strade, storie, passioni e che ha trovato nel ricordo dell'alpinista Carlalberto "Cala" Cimenti, venuto a mancare lo scorso anno mentre sciava in Alta Val di Susa, un motore di incontro.

Risale a dicembre 2021 infatti l'asta in cui vennero presentati gli sci artigianali Ambin, modello Loose, realizzati in soli due esemplari e serigrafati appositamente per ricordare il “Cala” e i cui proventi della vendita sono andati proprio all’Associazione “Find the Cure”.

Da questo atto d'amore è nata una connessione proficua tra l'Associazione e la Fondazione Albero Gemello, il cui presidente, Alberto Testa, è uno dei soci di Ambin. Nata nel 2012 con l'obiettivo di promuovere la creazione di un legame specifico tra l’evento di una nascita e il connesso atto di mettere a dimora un albero, oggi la Fondazione Albero Gemello è una realtà che opera a tutto campo come interlocutore delle istituzioni e della società civile, proponendo azioni concrete per lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione del verde come bene comune.

“Fin da subito abbiamo voluto legare la nascita di un bambino all'idea di poter mettere una pianta creando così una connessione tra nidi e ambiente”, dice Alberto. “Quando abbiamo incontrato Find The Cure e scoperto la loro attività abbiamo capito che avremmo potuto creare qualcosa insieme che trasformasse il concetto di “cura medica” in un'ideale più ampio, quello del prendersi cura, che significa cercare e proporre soluzioni. In questo ideale, le nostre filosofie si sposano: interagire con l'ambiente in modo consapevole, con un senso di impegno nei confronti di ciò che ci circonda”.

Presto fatto: l'idea è quella di costruire in Mali, nel comune di Kassarò, un frutteto a gestione diretta da parte della popolazione locale. “Parliamo sempre del connubio tra nascita e piantumazione, ma con un significato diverso: quello di creare una cultura all'ambiente come fabbisogno agroalimentare”, continua Alberto. L'idea è stata accolta con entusiasmo da Silvia Ferraris, vice-presidente di Find The Cure. “In Mali il mango è la pianta che viene utilizzata per lo sviluppo locale e abbiamo pensato di supportare questa scelta per proporre il nostro progetto condiviso, favorendo la coltivazione e il lavoro locale”.

Associazione di volontariato, dal 2006 Find The Cure si occupa di cooperazione internazionale dando vita a progetti in diversi paesi come il Mali, la Tanzania, il Kenia e un piccolo progetto in India. “A idearla è stato il dottor Daniele Sciuto che ha coinvolto amici di ambito sanitario, tra cui ci sono anche io, che sono una infermiera”, racconta Silvia.

“Siamo partiti subito con progetti di tipo sanitario ma ci siamo presto accorti che non può esserci salute se manca tutto il resto. La cura passa attraverso la scuola, l'acqua, l'alimentazione e l'accessibilità alla cultura. Continuando a mantenere attivi i progetti sanitari, li abbiamo affiancati nel tempo ad altre attività come la creazione di pozzi, scuole e orfanotrofi. Proprio durante la costruzione di un pozzo ci siamo avvicinati ai progetti agricoli che in Mali funzionano molto bene e danno una possibilità di vita diversa alle donne: molta dell'agricoltura, soprattutto piante da frutto e alberi di karité, sono di gestione principalmente femminile e permette loro di ottenere una certa autonomia”.

Sono diversi i progetti agricoli sviluppati dall'Associazione grazie anche a una proficua collaborazione con il sindaco di Kassarò, un abitato di circa 20 mila abitanti suddiviso in villaggi e frazioni. “Lavoriamo direttamente con il comune e il suo primo cittadino, Yacouba Diakitè, ed è proprio qui che, nel momento in cui abbiamo incontrato Albero Gemello, abbiamo pensato potesse essere il posto giusto per sviluppare questo progetto. Inizialmente il Sindaco aveva proposto 3 villaggi, ma essendo una prima esperienza con un frutteto, si è deciso di partire da uno soltanto dove è presente un pozzo dotato di pompa a immersione, perfetta per realizzare una ramificazione per l'irrigazione”.

Molti volontari sono già andati sul posto per fare un sopralluogo e delimitare il campo prescelto”, continua Alberto. “All'inizio pensavamo potesse essere una buona idea piantare gli alberi di mango nelle scuole, ma poi il sindaco ci ha fermati: se hanno gli alberi da frutto, poi non vengono più in classe!”.

“Siamo in una fase di start-up, iniziamo da un frutteto ma non è detto che il progetto non possa ampliarsi. Porteremo delle piantine già formate ed entro due anni si potrebbero raccogliere i primi frutti. Immaginiamo che il campo possa diventare terreno anche per piccoli orti visto che l'irrigazione darà la possibilità di far crescere più vegetali insieme”, conclude Alberto.

Insomma, un primo seme di un progetto che sogna di diventare frutteto, bosco e foresta, perché, quando c'è cura, è più semplice diventare grandi.

Un'intervista di Sara Canali a Silvia Ferraris e Alberto Testa